NIKO ROMITO- IL PANETTONE FIRMATO e il pregiudizio superato

NIKO ROMITO- IL PANETTONE FIRMATO e il pregiudizio superato

L'indagine

Il panettone è un dolce che tendiamo ad associare al Natale. E per i più continua a essere il dolce natalizio per eccellenza. Ora invece te lo propongono perfino in spiaggia, sotto il sole d’agosto, e i matusalemme che rimangono basiti vengono guardati con sospetto.

Ma che sia Natale o agosto, a me il panettone proprio non va giù.

Non mi piace il nome, che mi ricorda il mattone, quasi ad anticipare quello che ti porterai nella pancia.

La forma? Nemmeno quella mi piace; una cupola pesante che una volta tagliata la prima fetta, ti fa entrare nel suo labirinto di sapori scontati. Più che “tradizionali”, sono sempre la stessa minestra...

E poi, vogliamo parlare del suo peso effettivo, che lo rende perfetto come oggetto contundente? È ideale per una lite post feste natalizie.

Insomma, e non me ne vogliano i milanesi che giustamente sono orgogliosi del loro dolce da esportazione destagionalizzato… regalarmi un panettone è come farmi un torto. O lo mangi in famiglia, così lo rifili all’appassionato di turno, o se malauguratamente lo tieni lì e lo mangi addirittura dopo 2 mesi, il supplizio che ti impone la tua fede antispreco te lo fa durare ancora altro tempo, trasformandolo necessariamente in dolce da colazione e per tutte le ore.

Ma fermi tutti! Il panettone in oggetto non l’ha fatto un comune mortale. Sulla scatola compare il nome di… Niko Romito, chef da tre stelle Michelin la cui cucina, provata in passato, non mi aveva di certo lasciata indifferente! Un regalo, quindi, che non sa proprio di un torto. E va detto che le premesse perché sia un prodotto diverso dalla massa dei panettoni offerti a prezzi da fine stagione già a novembre, quelle ci sono davvero. Allora via pregiudizi e lagne: anche se la stagione è passata da un pezzo, mi mangio una fetta di panettone.

Anzitutto l’odore: un buon profumo di genuinità si sprigiona appena affondo il coltello, e quel fetore di alcol da panettone (consentitemi, non solo quelli dei discount...) che rende tanto morbida la fetta da farla franare, ecco di quella roba lì nessuna traccia.

Prima barriera superata, procediamo!

Lo taglio, e il panettone è morbido ma non molle, è lievitato in modo sublime e al primo assaggio, ha il sapore delicato e forte di una focaccia contadina.

Lo tagli ancora e rimane su, compatto, fiero, non molliccio.

Questo panettone ha stoffa da vendere, forte carattere e identità. Non è certo il tipo da rimanere all’angolo o fare solo presenza! Più lo mangio e più sento che c’è il tempo dentro questo panettone.

E per la prima volta, ogni ingrediente che leggo sulla confezione, vive di vita propria.

La vedi proprio la farina, il lievito madre di mosto, le uova, la vaniglia, il burro, il miele di sulla, le zeste di arancia candita.

Sono li, vive e vegete!

Mangiare una fetta di questo panettone è un po' come mangiare una fetta di pane, ma di quello buono, senza inganni, fatto come si deve, semplice eppure perfetto.

Leggo che la sua produzione dura tre giorni con tre lievitazioni progressive, ecco svelato l’arcano!

Risultato: è il primo panettone che non fa danno, anzi produce benefici!

Le sue 384 kcal per 100 grammi non si sono piantate sullo stomaco, potrei mangiarne ancora.

Ma c’è una meraviglia che scopro dopo pochi minuti: i miei polpastrelli profumano ancora di burro e vaniglia e l’animo, tanto inviperito alla sua vista, si è calmato, addolcito, oserei dire accolto.

Non sarà mai questo il mio dolce preferito. Ma già mettersi in bocca un pezzo di genuina natura, capace di riconciliarti con le tradizioni, è decisamente una rivoluzione, per chi finora col panettone ci giocava a palla e si ingastriva per lo sdegno di averlo ricevuto!

Duemila i pezzi numerati dell’annata 2018, racchiusi in una confezione speciale: io ho avuto il numero 592. Sono poco fortunata al gioco, ma stavolta ho fatto tombola!


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Il verdetto finale

Dove

Piana Santa Liberata, Castel di Sangro (AQ)

Estetica

Non è che sia brutto questo panettone, sia chiaro, è la sua forma che a me non piace. Ma è un problema personale...

7

7/10

Qualità

Questo panettone lo puoi mangiare tutto l'anno, mica solo a Natale!

8

8/10

Abbinamento

Abbinamento alcolico. Un classico: panettone e moscato d’Asti.
Quello dei Poderi Luigi Einaudi 2018, 5,5 gradi alcolici, costa solo 9,41 euro su tannico.it

La Signora In Dolce

La Signora in Dolce

Il dolce è vera arte. Lo sa bene La Signora in Dolce, la prima investigatrice pasticcera d'Italia, originale storyteller del dolce. Non bastano chili di zucchero a renderlo un capolavoro ma parole come equilibrio, armonia, emozione, bellezza, che il dolce indossa come un abito che gli cade a pennello. Scenda l’anatema della Signora in Dolce sui venditori di brioches surgelate, di rancide ciambelle fritte, di creme insapori e di tutti i mistificatori e banalizzatori di dolci. Non siete golosi? Beh, nessuno è perfetto, la Signora è sinceramente rattristata per voi. Non sapete cosa vi state perdendo… ma siete ancora in tempo per una piena confessione!