E’ scoppiata l’estate e in quelle giornate di caldo torrido in cui l’unica cosa sensata da fare è andare al mare, non potendo mandare all’aria tutto e tutti, non ci sono altri rimedi che calmare gli animi esasperati dalla calura con il gelato o meglio ancora, con un vezzoso semifreddo. Se poi sono due, l’effetto è doppio.
Confesso che a me il gelato non ha mai fatto impazzire, perché dopo un po’ mi annoia, ma è anche vero che ha due funzioni non di poco conto: se hai fame ti sazia, è il tipico salta pasto, e se hai sete ti disseta; sta a te scegliere i gusti.
I due gemellini hanno stoffa da vendere entrambi ma, come direbbero a Bologna, non c’è pezza, il gemellino arancione spacca, nella sfida fra pistacchio (che amo alla follia) e arancia (che solitamente non sopporto) vince e stravince l’arancia.
Perchè?
La base da cui partiamo è la stessa, procedendo per strato: strato sottile di pan di spagna, gelato alla ricotta di pecora, altro strato di pan di spagna e sopra un ampio strato di gelato al pistacchio o all’arancia a seconda del “modello”.
Ma c’è una differenza che al goloso non potrà mai passare inosservata, ed è il dettaglio magico: nella variante pistacchio, sopra il primo strato di pan di spagna, c’è una cremina al pistacchio che male non fa, ma è nel gemellino all’arancia che si nasconde il vero segreto di bontà!
Inaspettatamente, al suo interno, c’è un cuore di croccantino che svolta la piattezza del gelato e ti sorprende con lo scrocchio in mezzo a tanta cremosità.
Una variazione sul tema che ho molto apprezzato, per non dire del buon gelato al pistacchio, o parimenti di quello all’arancia di questa ridente gelateria, simpatica come il suo proprietario, sempre allegro e cordiale.
Il gelato è cremoso, non un ammasso di panna gonfiata e aromatizzata, colorata con coloranti finti degni del Grande Puffo.
Parliamo di un gelato artigianale fatto con cura e ottime materie prime; se è di qualità comunque lo scopri dopo una mezz’oretta. Non ti gonfierà nello stomaco e non ti stomacherà, senza contare la sete folle che ti attaccherebbe al palato quel gelatino a cui non hai resistito, ma che ha più conservanti che ingredienti.
Nell’universo del gelato c’è di tutto e di più, e pare che ai più poco importi se ingurgitano un gelato che non sa di nulla o colorato con i pennarelli che usavo all’asilo; nella mia lunga carriera dolciaria ho visto leccare coni di ogni tipo.
Unico neo dei gemellini? Non è il top il pan di spagna alla loro base; l’avrei gradito più areato, lievitato, mentre quello dei gemellini è un po’ schiacciato, ammassato.
Ha dalla sua che è molto sottile, quindi la sua pesantezza non incide sul sapore complessivo del semifreddo.
Piccolezze... ma nell’analisi di ogni singolo ingrediente è d’obbligo la lente di ingrandimento.
Che investigatrice sarei altrimenti?
Un consiglio: non seguite il mio esempio, non rimuginate troppo prima di mangiarli, perché dopo qualche minuto li assaggereste anche nella versione liquida, che per un gelato è un po’ offensiva.
Avreste dovuto sentire le lamentele del semifreddo pistacchio ormai sciolto: non solo ha sofferto il caldo, ma ha perso anche la sfida e, onta dopo onta, è stato “liquidato”.