Penso che ogni goloso, prima o poi, meriti un regale omaggio alla propria gola, tanto piccolo quanto prezioso, raffinato e mai snob, delicato e intenso al tempo stesso; tutte qualità che finora è stato impossibile coniugare in un croccante.
Mi riferisco alle cubaite della pasticceria Fiasconaro, le più buone che i miei denti abbiano mai sgranocchiato.
Ma iniziamo dal primo croc, anzi dal piacere di scartarle una ad una.
Un'elegante scatola ne racchiude tre diversi tipi: alle mandorle di Sicilia, al pistacchio e al sesamo.
Non sapete quale scegliere? Mangiatele tutte, una dopo l’altra, e scegliete la vostra preferita, che nel mio caso è quella di mandorle.
La forma di ogni cubaita è un aggraziato rettangolo, composto da mandorle tagliate in piccoli pezzi e legate profumatamente da fili di zucchero, che paiono cuciti dalle mani di una fata.
Non troverete nulla di quello spaventoso sapore amarognolo, né tantomeno quel colore bruciacchiato così caratteristico del croccante, per non parlare di quella durezza, che come minimo ti spacca un dente -se sei fortunata- due denti, se esageri nell’addentare con troppa veemenza...
Appena scartate, pareva di avere spruzzato una nuova fragranza nell’aria, perché i profumi delle mandorle, del pistacchio e del sesamo, si sono sprigionati per inebriare l’ambiente di buono, una dolcezza vaporizzata.
Eccolo, è lui! Quel profumo di cui vorresti inondare le tue giornate e che ti dona delicatezza di pensiero e bontà d’animo.
Possono passare mesi, ma queste indispensabili compagne di sgranocchio, non perdono mai la loro croccantezza, fragranti come biscotti ma con un’identità forte e definita come solo la frutta secca può avere.
Ogni singola cubaita poi è confezionata e ben apribile, nessun impasticciamento delle mani, e in ogni suo boccone, è un omaggio alla Sicilia, il richiamo a una terra forte e delicata fatta di contrasti e sapori inimitabili.
Queste chicche appartengono alla categoria “belle cose”, quelle che da piccola chiedevo alla mia mamma di ritorno da qualche luogo, in cui non mi aveva portato con lei.
E che gioia quando mia madre tornava a casa e la "bella cosa" me l'aveva portata davvero!
Mi si stampa sul volto un ennesimo sorriso, per un’altra immagine che riemerge dalla mia memoria.
Vi ricordate il gioco della sorpresa? In quale mano si nasconde la sorpresa, nella mano destra o nella sinistra?
Queste cubaite ben si prestano al gioco perché si nascondono bene nel pugno chiuso.
Io però preferisco "rielaborare" il vecchio gioco e nella mano destra stavolta ci metto quella alla mandorla e nella sinistra quella al pistacchio.
Il gioco non funzionava proprio cosi, ma se trovi un dolce che ti fa tornare la voglia di giocare, allora fanne scorta, perchè è proprio vero che "Cuor contento, il ciel l'aiuta".