Che il pasticciotto sia il dolce simbolo del Salento, non è più un mistero ma riuscire a trovare in giro esemplari soddisfacenti anche in terra d'origine, è impresa non facile.
Pasta frolla inutilmente grassa e insapore, creme secche e senza spirito, cotture casuali, tante sono le tristi varianti di pasticciotti degustati in giro per la splendida terra salentina, fra un tuffo e l'altro.
In visita al palazzo ducale di Alessano, una sontuosa dimora storica da non perdere, mi imbatto nella pasticceria De Vito, attratta dall'insegna della pasticceria con una foto antica del locale che raffigura due donne e un bambino sull'uscio del locale, molti anni addietro.
Scoprirò infatti che la pasticceria De vito sforna dolci da ben 152 anni e che fra Spumoni, Dolcetti della sposa, Fruttoni e ogni ben di Dio, il pasticciotto non è per niente male.
Un tesoro di crema pasticcera racchiuso da una frolla generosa dove lo strutto non manca e l'artigianalità è un requisito indispensabile per la sua digeribilità: il pasticciotto di De Vito è friabile, croccante, con una quantità di strutto adeguata(non tanto da ungere all'istante un sacchetto di carta, come spesso succede), al suo interno ha tanta e morbida crema.
Avrei preferito la classica amarena in mezzo alla crema pasticcera del ripieno ma mi accontento.
Vi confesso che la mia ricerca continua, il mondo pasticciotto non mi ha ancora del tutto spalancato le porte alla sua essenza più commovente...voglio di più!