Era il 1861 e l'unità d’Italia veniva proclamata.
Quattro anni dopo nasceva la pasticceria Zilioli di Brescia.
Cosa c’entra?
Proprio un bel niente!
Ma con un volo pindarico nello spazio e nel tempo, voglio immaginare che una salernitana come me, capitando a Brescia a quei tempi, e assaggiando la Tarte Tatin della pasticceria Zilioli, abbia finalmente esultato per l’unità d’Italia, solo per la gioia di proclamare quella torta orgoglio nazionale.
Orgoglio nazionale?!Il dolce mi ha dato alla testa?
Lo so che la Tarte Tatin non è un gioiello della pasticceria italiana, ma sfido Parigi a realizzarne una altrettanto paradisiaca!
Ciò che apprezzo in un dolce sono i contrasti e i sapori calibrati alla perfezione, e qui regnano sovrani entrambi: morbide e succose le pere Williams caramellate, una frolla burrosa e friabile alla base.
Ad assalirti non è la stucchevolezza di una pera caramellata, o il burro imperioso di una frolla, ma l'immensa delicatezza di una frolla sottile, raffinata, profumata di vaniglia, che ha deciso di unirsi in matrimonio con le pere.
Che dire poi della cremosità carezzevole delle pere, caramellate in burro e zucchero, rallegrate dal sapore del limone, come fossero già consapevoli del loro successivo incontro con la frolla, predestinate a un idillio perfetto, pur in mezzo alle tempeste e all'errore umano.
La storia della Tarte Tatin è ormai nota: la famosa torta rovesciata, nata da un errore di una delle sorelle Tatin, che mise il ripieno (in quel caso le mele) e dimenticò la pasta, per aggiungerla dopo, e poi rovesciò la torta.
La Tarte Tatin è dunque un autentico inno alla fiducia e alla gioia di sbagliare: da un male potrà derivarne un bene.
E che bene!Una Tarte Tatin quella che ho gustato a Brescia, a dir poco inimitabile!
Non puoi guardarla e rimanere indifferente: le sue forme voluttuose, le sfumature delle pere che passano dal giallo, al marrone, all'arancio, gorgoglianti di succosa essenza, ne fanno un dolce suadente che ha carattere, personalità intrigante e irresistibile.
Ci si può davvero innamorare di lei, fare pazzie...io l'ho trasportata per giorni in viaggio, cambiando svariati mezzi, ma il pensiero di abbandonarla non mi ha mai sfiorato l'anticamera del cervello.
Al cuore non si comanda, fosse anche un "errore".