Ci siamo lasciati con il panettone e ci ritroviamo con le chiacchiere, il tempo vola ed è arrivato lo stragoloso Carnevale!
Si fa sul serio e non si bada a calorie: un profumo estasiante di fritto avvolge le strade, pile lussuriose di frittelle, tortelli e chiacchiere, ingolosiscono dalle vetrine anche i più indifferenti passanti, la gola esulta e il piacere di sprofondare il naso nella magia dello zucchero a velo, per me, non ha eguali!
"Chiacchiere" ha un gran bel suono per un dolce carnevalesco, ma tante sono le varianti regionali che si rischia di perdersi in una babele di nomi: cenci in Toscana, galani in Veneto, frappe in Campania, sfrappole in Emilia Romagna, lattughe a Mantova e infine chiacchiere a Milano, ma chissà quanti altri singolari nomi sono stati inventati per queste fragranti prelibatezze.
A proposito di Milano, ho fatto un giretto a dir poco invidiabile fra le migliori pasticcerie della città, e ho stilato la mia personalissima classifica, la mia top five delle chiacchiere milanesi!
Le cinque assaggiate sono tutte meritevoli e di ottima qualità, ma ognuna riflette una personale rielaborazione del pasticciere ed è facile amare l'una e disdegnare l'altra; io le ho mangiate tutte in una serata e devo ammetterlo: ero fritta fino all'ultimo ricciolo, ma si sa che chi sceglie chiacchiere non opta per la leggerezza...oppure no?
A voi dunque la TOP FIVE DELLA CHIACCHIERA DELLA SIGNORA IN DOLCE. Classifica personalissima e non sponsorizzata.
NUMERO 5. LA VISCONTEA
La classifica si apre con la quinta classificata che è la chiacchiera della pasticceria La Viscontea.
Per chi ama una chiacchiera corposa, la Viscontea vincerebbe il primo posto.
Peccato che io ami la leggerezza, la delicatezza e una consistenza simile a quella della carta velina; pertanto trovo questa, pur nella sua croccantezza e friabilità, più un biscotto impettito e fiero che uno sfizio divertente.
Lo zucchero a velo abbonda in magna copia, ma nel complesso questa rielaborazione stile biscotto fritto, non mi conquista.
NUMERO 4. SANT'AMBROEUS
Al quarto posto si inserisce la chiacchiera di una delle più note e storiche pasticcerie milanesi, niente poco di meno che Sant'Ambroeus! La sua chiacchiera non ti lascia indifferente: molto spessa, molto fritta, molto gustosa.
Un elogio dell'eccesso? Siamo a Carnevale ed è concesso, ma per quanto golosa è troppo "frittosa".
Una nota di elogio va spesa per la gentilezza del personale e per l'eleganza raffinata del pacchetto: una gioia vedere quella carta color crema che le avvolge e srotolare i fiocchi blu.
Mai dimenticare che dolcezza è anche bellezza!
NUMERO 3. CUCCHI
Terzo posto per la chiacchiera della pasticceria Cucchi.
Croccante, friabile, profumata; porta in sè il sorriso e te lo regala, non ti appesantisce nè ti mette la sete inguaribile che il "frittone" provocherebbe, eppure non riesce ad esaltarmi.
Questa chiacchiera ha acquisito equilibrio e compostezza, ma ha deciso di tenere una condotta più riservata; vuole rimanere composta e lasciare ad altre specialità del Carnevale, come i suoi mitici tortelli ripieni di crema, la scena.
La definirei una nobildonna che non si perde in moine e stravaganze, ottima per "piacevoli chiacchiere" ma che non ama eccessi.
NUMERO 2. BASTIANELLO
Udite, udite... il secondo posto se lo aggiudica la chiacchiera della pasticceria Bastianello.
Con la sua squisita croccantezza e la friabilità ottima, riesce anche ad uscire dalla forma "materasso" tipica della chiacchiera milanese, per assumere finalmente le sembianze che tanto amo: allegri riccioli, forme arrotolate e capricciose, autenticamente scrocchianti e piacevoli.
Ma, in mezzo a tanti pregi, ecco che c'è un neo che si fa strada al primo assaggio: un aroma (arancia, fior d'arancia??) che persiste e ingombra tutti gli altri sapori.
E' un ottima chiacchiera, sia chiaro, ma non so perchè quel benedetto aroma debba essere cosi prepotente e annebbiare il resto dei sapori...
NUMERO 1 MARCHESI
All'apparenza è il solito "materassino" piatto, quasi una fetta di prosciutto la cui forma non ha guizzi, vezzi, e nemmeno grilli per la testa, ma superato l'impatto iniziale, l'incontro col palato è morbido nella sua delicatissima friabilità.
Lo zucchero a velo permane mentre la sgranocchi e quell'angelico sapore di vaniglia ti acquieta, non ti stanca mai perchè non ha zavorre di aromi aggressivi che vogliono sbaragliare gli altri ingredienti a tutti i costi.
La chiacchiera di Marchesi è una sfrappola in purezza, fatta per chi non vuole rischiare troppo, ma essere perfetto in ogni occasione e su qualunque tavola, come un completo di Armani...
Eppure la proprietà di questa pasticceria è della nota griffe Prada...
In altre situazioni avrei premiato l'audacia o l'eccesso, ma i conti con la digestione si fanno coi fatti e non con le chiacchiere, e quella di Marchesi è una chiacchiera che ti permette di finire tutto il vassoio e non fermarti dopo la prima.
Una pazzia mangiare tutte quelle chiacchiere? Se non a Carnevale quando?