Vi avevo già parlato la scorsa estate della mia fascinazione per Il Gran Caffè Gambrinus, la più prestigiosa caffetteria di Napoli, dove un goloso può letteralmente perdere i sensi.
Ecco, non vi conviene perderli, ma tornarci ogni volta che il cuore vi porterà a Napoli e assaggiare, dopo Matilde e Vesuvio, un evergreen irrinunciabile che al Gambrinus, dalle mani sapienti di Stefano Avellano, viene preparata tutto l'anno: la Pastiera!
Seduta ai tavolini della sala centrale, fra specchi, stucchi e dipinti antichi, con la vista su Piazza del Plebiscito, ne ho gustato una generosa fetta.Torta simbolo di vita che si rinnova, di rinascita e speranza, ha un'infinità di varianti nella preparazione e non sempre il risultato è all'altezza di un'icona della pasticceria napoletana.
Non è questo il caso: al taglio è compatta, sostenuta da una pasta frolla deliziosa e non troppo burrosa, con una ricotta finemente lavorata col grano intero (e non frullato) a cui avrei sottratto volentieri un altro po’ di zucchero per ragioni di equilibrio. Notevoli le scorze d’arancia candite e l’inconfondibile aroma di fior d’arancio. Si tratta di una pastiera ben amalgamata e compatta, che però non pecca di eccessiva umidità.
Il piacere del gusto, la bellezza di una città che si riflette nelle vetrine di questo locale magico e che è tutt'uno con la tua torta, la pace che senti scorrere a ogni boccone: per questo e molto altro la pastiera non può essere mangiata solo a Pasqua.
Al Gambrinus lo sanno!