IL MIGLIOR PANETTONE 2019 - (Per ora...) vince Brisa

IL MIGLIOR PANETTONE 2019 - (Per ora...) vince Brisa

L'indagine

And the winner is...

A due settimane da Natale, è già tempo di decretare il miglior panettone dell'anno. Non voglio fare una classifica completa, perchè non pretendo di saper tutto in materia (e se lo vogliamo proprio dire... il panettone manco mi piace!). Vorrei però esprimere il giudizio "provvisorio e insindacabile" de La Signora in Dolce, che son io. Ecco la top 5 di quest'anno, i migliori cinque assaggiati finora.

I cinque in questione si sono rivelati uno più figo dell'altro: chi per provenienza stellata, chi per comprovata bontà, chi per storica ricetta. E dopo averli "smanazzati", annusati, sezionati, smembrati e infine mangiati e digeriti, proclamo vincitore...

Andiamo per ordine! Con una postilla: nei prossimi giorni ne assaggerò altri, quindi la classifica al 12 dicembre 2019 è da considerarsi provvisoria, perchè quella definitiva arriverà entro o forse anche dopo Natale.

NUMERO 5. Ci metto il panettone di Albertengo fantasia di frutta, prodotto dalla nota ditta piemontese Albertengo: amabile e morbido, ma mi convince la qualità della frutta più che l'impasto, che frana per eccessiva morbidezza, risultando troppo umido al palato.

NUMERO 4. Il quarto classificato è il Panettone classico di Muzzi antica pasticceria.Che dire? E' un prodotto di grande qualità, golosissimo. Lo mangeresti tutto intero, ancor più se ti perdi ad annusarlo perché il suo profumo è irresistibile. Eppure gli manca qualcosa... Ti soddisfa, ma in verità, non ti esalta. La sua personalità non è cosi forte da conquistarti, ti piace tanto, ma non faresti follie per lui.

NUMERO 3. La mia personale medaglia di bronzo la guadagna il panettone di Walter Ferretto, uno dei più noti chef del Piemonte. Sono stata al suo ristorante, Il Cascinale Nuovo a Isola d'Asti, nel mese di novembre e alla fine di una lunga cena, quella fetta di panettone sembrava davvero di troppo. Invece, è stato un grande finale: profumato, morbido ma non per questo molle o pieno d'alcol, arricchito da una glassa fragrante e sfiziosa. Difetti? Non pervenuti. Eppure, anche in questo caso, l'emozione non è arrivata forte al palato e alla mente. Proseguiamo il cammino e avventuriamoci in un'avventura più rischiosa.

NUMERO 2. Giunti al secondo posto, ci avviciniamo finalmente al panettone con la P maiuscola. Potrebbe forse essere quello di Niko Romito, chef stellatissimo (ne ha ben tre di stelle Michelin in Italia e altre due all'estero) che realizza un panettone dal sapore forte e delicato di una focaccia contadina? Sì, potrebbe forse... Del resto, quello di Romito è inconfondibile, perché gioca tutto sulla "personalità" del prodotto: un pezzo di genuina natura, che ha il tempo dentro perchè la sua produzione dura ben tre giorni con tre lievitazioni progressive. Il premio è suo? Non proprio, perché c'è un'interessante novità del 2019, talmente nuova che merita lo scettro del vincitore.

NUMERO 1. Udite, udite... the winner is: Il panettone Soccial club del Forno Brisa di Bologna! I non bolognesi forse non lo conoscono, ma il Forno Brisa è uno dei nuovi simboli dell'alta qualità nella panificazione. E il loro panettone è una goduria per soli palati raffinati. Non lo mangio a fette ma a pizzichi, come mangerei una brioche. Sapore genuino, autentico, che non ti aggredisce mai; profuma di pane, emana bontà, standosene placidamente in un angolo: non umido, non secco, non acido, non eccentrico, se non per la scatola coloratissima che lo racchiude e fa allegria. Candidamente buono, senza smania di apparire né ansia da prestazione. E detto da una che ama fiocchi, lustrini, nastri e incarti super pomposi, celebrare questo panettone significa riscoprire l'essenza del buono, senza bisogno di troppi fronzoli.

... fine della prima puntata. E buon panettone a tutte/i.











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Il verdetto finale

Dove

Forno Brisa, via Galliera 34 D, Bologna

Estetica

7

7/10

Qualità

9

9/10

La Signora In Dolce

La Signora in Dolce

Il dolce è vera arte. Lo sa bene La Signora in Dolce, la prima investigatrice pasticcera d'Italia, originale storyteller del dolce. Non bastano chili di zucchero a renderlo un capolavoro ma parole come equilibrio, armonia, emozione, bellezza, che il dolce indossa come un abito che gli cade a pennello. Scenda l’anatema della Signora in Dolce sui venditori di brioches surgelate, di rancide ciambelle fritte, di creme insapori e di tutti i mistificatori e banalizzatori di dolci. Non siete golosi? Beh, nessuno è perfetto, la Signora è sinceramente rattristata per voi. Non sapete cosa vi state perdendo… ma siete ancora in tempo per una piena confessione!